Tutti abbiamo tra gli amici qualcuno che, mese dopo mese, continua ad essere un single incallito, tra gli uomini è un vanto tanto da essere frequente l’espressione “scapolone d’oro”, tra le donne un po’ meno perché nella morale comune, spesso pregna di pregiudizi e razzismo, una donna sola è una donna sfortunata, fragile e da compatire.
Dietro questa scelta però, a volte può nascondersi uno stato psicologico ben definito: la paura di innamorarsi.
Vediamo insieme di che si tratta!
Molte sono le persone che soffrono di una paura detta “philofobia” cioè la paura dell’amore, o, meglio ancora, di innamorarsi. Può sembrare strano che ci siano persone affette da questa paura perché per molti l’amore è un sentimento tanto forte quanto bello che porta qualche dispiacere ma più che altro grandi gioie e soddisfazioni eppure è uno stato d’animo di cui si può aver paura.
Cos’è la philofobia?
Per prima cosa, una fobia è la paura persistente ed irrazionale nei riguardi di un qualcosa o di una situazione che non è, in realtà, pericolosa. L’oggetto della fobia solitamente provoca ansia, tachicardia ed una voglia irrefrenabile di evitare lo stimolo, allontanarsi il più lontano possibile.
Ragionando meglio, si intuisce spesso che si è davanti ad uno stimolo sconosciuto, con cui si ha poca dimestichezza e che quindi è fuori dal proprio controllo. È questo senso di impotenza che provoca nei fobici le reazioni psicofisiologiche di arousal.
I philofobici, nello specifico, reagiscono con tale modalità di fuga nel momento in cui vivono qualsiasi situazione che possa condurli all’innamoramento. Ciò che crea impotenza non è il sentimento di per sé, piuttosto la propria reazione di fronte ad esso: cioè un totale coinvolgimento emotivo verso l’altro che può portare a cambiamenti, tanto involontari quanto indesiderati e che quindi fanno paura.
Tuttavia non è solo il senso di impotenza che influisce sulla philofobia, una componente essenziale è anche la possibile similitudine con una esperienza traumatica passata e quindi la paura di soffrire nuovamente, di lasciarsi andare ed essere se stessi in tutto e per tutto con un’altra persona, la paura di poter perdere la propria libertà, l’avere convinzioni irrazionali che portano a concludere che amare porta solo a soffrire…
Quali sono i sintomi della philofobia?
Le persone che soffrono di philofobia nel momento in cui hanno il sentore di trovarsi in una situazione molto intima, con una persona che interessa loro particolarmente, tendono a scappare e ad evitare sia lei che tutte le situazioni che potenzialmente possono obbligare a prendere una posizione: dichiarare i propri sentimenti, fare o ricevere proposte impegnative per il rapporto… situazioni cioè che potrebbe portare ad un coinvolgimento sentimentale auto ed etero percepito.
Esse sono consapevoli del proprio disagio, sono coscienti di reagire puntualmente così ma di fronte a tali eventi ansiogeni mettono in atto sempre lo stesso schema: evitano lo stimolo e si danno alla “fuga” così da avere la sensazione, in qualche modo, di controllarlo e alleviarlo.
Lucidamente ammettono di provare il desiderio di riuscire ad affrontare queste situazioni ed a vincerle, evitando di privarsi di un sentimento tanto importante e di sentirsi così diversi… ma non hanno la forza né gli strumenti per riuscire da soli. Accumulano tanti tentativi e tanti errori che non fanno altro che peggiorare la fobia e lo stato psichico legato ad essa.
Oltre ad uno stato persistente di ansia sono presenti nei philofobici anche una mancanza di fiducia negli altri, profonde incertezze e l’impossibilità di lasciarsi andare. In casi più gravi si è in presenza anche di attacchi di panico e di ansia acuti caratterizzati da tachicardia, nausea, sudorazione eccessiva ma anche sintomi legati alla sfera sessuale come difficoltà erettive o anorgasmia. A questo si possono associare altre patologie come la depressione o il disturbo ossessivo compulsivo.
I philofobici quindi non hanno alcun tipo di rapporto sentimentale?
Questo non è del tutto vero, o meglio, essi stringono dei rapporti “sentimentali” ma scelgono appositamente storie difficili, tumultuose, impossibili..
Rapporti cioè che offrono loro il pretesto e l’illusione di essere parte attiva di una storia d’amore ma con meno responsabilità, meno coinvolgimento e con la possibilità, sempre valida, di avere una scusa per scappare non appena la situazione si fa più seria e coinvolgente.
Può succedere che il rapporto con un philofobico, per esempio, si interrompa a causa di piccoli particolari o difetti dell’altro spesso irrilevanti o inesistenti agli occhi di terze persone. Motivazioni, che ad uno sguardo più attento, appaiono veri e propri pretesti.
Come fare per superare questa fobia?
I tentativi e le soluzioni possono essere molteplici: innanzitutto cercare di diminuire il livello di ansia che si prova in quelle determinate situazioni o con quella specifica persona.
Dopodiché è necessario rompere il circolo vizioso delle tentate soluzioni: imporsi di non attuare più tutti quegli evitamenti caratteristici delle situazioni ansiogene ma di affrontarli, con i dovuti tempi e modi, uno alla volta, per darsi la possibilità di vivere esperienze nuove che poi magari si scoprono essere non così spaventose.
È utile inoltre, analizzare e individuare qual è la credenza irrazionale alla base di questa fobia così da rielaborarla e renderla meno limitante. Conoscere i propri nemici porta a vincerli!
Anche la comunicazione con il proprio partner è una componente essenziale: parlare delle proprie paure le priva di potere, permette di ricevere conforto e rassicurazione e di scoprire magari di avere accanto un alleato importante. Un compagno più lucido nell’analisi delle situazioni e probabilmente così diverso dagli ex da distruggere anche la falsa credenza che tutte le storie d’amore andranno a finire come quelle passate.
Infine, se si è di fronte ad una fobia molto limitante, difficile da controllare e da superare autonomamente, il consiglio più spassionato è sempre quello di parlarne con uno psicologo così da attuare, in modo più veloce, un lavoro mirato al cambiamento ed al benessere psicofisico.
Per fissare un appuntamento, chiamare il 328-6327296
Dott.ssa Cristina Colantuono
Psicologa Psicoterapeuta
Specialista in sessuologia
Dott.ssa Beatrice Micarelli
Dottore in Psicologia