Essere genitori è un compito davvero molto difficile, in eterno conflitto tra una gioia immensa ed una grande paura di sbagliare. Spesso ci si rimprovera di “non sono un genitore perfetto”, come se fosse necessario esserlo ad ogni costo in una società in cui, infatti, si ambisce alla perfezione, almeno apparente.
In realtà non esiste neanche in letteratura la definizione di “genitore perfetto” ma la comunità scientifica è invece d’accordo nel sottolineare che è molto più importante per i figli crescere in presenza di due genitori che si occupino di loro in maniera sana ed equilibrata e creino attorno a loro un clima sereno e rispettoso.
Il dibattito sulle coppie omosessuali
Nel corso degli anni abbiamo assistito a numerosi cambiamenti anche nel concetto di famiglia e genitorialità; non si parla più infatti solamente di “famiglia tradizionale” ma anche di famiglie allargate, ricostruite, monogenitoriali e omogenitoriali.
In particolare, per quanto riguarda le coppie omosessuali, sono apparse le prime richieste di riconoscimento del figlio del partner ed ha avuto inizio il dibattito incentrato sul riconoscere pari diritti delle coppie etero.
In Italia sarebbero già circa 100mila i figli cresciuti da genitori omosessuali. Alcuni hanno avuto i loro figli in precedenti relazioni eterosessuali, altri li hanno concepiti con metodi alternativi durante la relazione di coppia omosessuale (nei paesi in cui la legge lo consente è possibile adottare o ricorrere alla fecondazione assistita). Tuttavia la società accetta con pregiudizio le richieste di queste coppie, ipotizzando traumi evolutivi e psicologici nei bambini in crescita.
Le preoccupazioni che solitamente vengono espresse riguardano in particolare la possibilità che i bambini possano incontrare maggiori difficoltà:
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nello sviluppo dell’identità di genere,
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nella definizione dell’orientamento sessuale
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nello sviluppo personale in generale.
Spesso queste ipotesi però non tengono conto dell’importanza di vivere in un clima familiare fondato sul rispetto e sull’amore, clima che può caratterizzare anche i nuclei omosessuali.
L’attenzione va posta infatti sui rapporti tra le figure di riferimento piuttosto che sul loro genere sessuale.
Una “famiglia” non è formata necessariamente da un uomo ed una donna
I detrattori dell’argomento non riportano mai casistiche, dimostrazioni, dati che possano giustificare le loro accuse.
Per quale motivo?
Perché si tratta di pregiudizi insussistenti e arbitrari.
La letteratura scientifica infatti riporta numerosi dati e ricerche che mostrano come i figli dei genitori omosessuali abbiano uno sviluppo equilibrato e buone relazioni con coetanei ed adulti al pari dei figli di eterosessuali. Inoltre non presentano un’incidenza maggiore di omosessualità o problemi legati all’identità di genere.
In particolare il Dr. Roberto Baiocco, professore associato alla facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma, ha svolto una ricerca coinvolgendo 40 famiglie con genitori dello stesso sesso e 40 famiglie con genitori etero ed ha concluso:
“La letteratura sottolinea che le famiglie con madri lesbiche e padri gay sono simili a quelle composte da genitori eterosessuali per quanto riguarda il funzionamento della famiglia, la soddisfazione diadica (che valuta il grado di felicità o infelicità percepito) e lo sviluppo del bambino (…). I dati raccolti in questo studio hanno dimostrato che i bambini cresciuti da genitori gay e lesbiche hanno un livello di regolazione delle emozioni e di benessere psicologico simile a quello dei bambini cresciuti da genitori eterosessuali”.
Negli ultimi quindici anni hanno preso posizioni ufficiali sulla questione importanti organismi nazionali e internazionali, tra cui l’Associazione Italiana di Psicologia e l’Ordine degli Psicologi del Lazio. Quest’ultimo, in occasione del dibattimento sul disegno di legge sulle Unioni Civili, presentò ai Senatori un dossier con i risultati di più di 70 ricerche nazionali e internazionali condotte sull’argomento, risultati che non hanno assolutamente dimostrato alcun nesso tra genere sessuale genitoriale e disagi dei minori.
E’ necessario quindi insistere nel ribadire che ciò che è importante per il benessere dei bambini è la qualità dell’ambiente familiare che i genitori creano attorno a loro, indipendentemente dal fatto che essi siano conviventi, separati, risposati, single, dello stesso o diverso sesso.
I bambini hanno bisogno di adulti in grado di garantire loro cura e protezione, in un clima di amore e rispetto.
Dal punto di vista dei bambini qual è la differenza tra genitori etero o gay?
Dagli studi emerge che i maggiori problemi comportamentali di bambini figli di coppie omosessuali sorgono a causa di un rapporto con ambienti sociali inospitali e ostili, dove viene praticata la stigmatizzazione omofoba ovvero l’attitudine negativa che individui, gruppi o comunità hanno nei confronti dell’identità o del comportamento non eterosessuale e la relativa discriminazione che ne consegue.
Più sono le discriminazioni subite dai bambini di famiglie omosessuali (commenti ridicoli, prese in giro, bullismo, omofobia, rifiuto…) più sono i problemi con cui dovranno convivere nella loro vita. Questo è pericoloso per loro, non è l’orientamento sessuale dei genitori a creare un trauma. E’ il pregiudizio al di fuori della famiglia ad essere dannoso.
E’ facile puntare il dito sugli “altri”, soprattutto se sono diversi; più difficile domandarsi se il proprio atteggiamento giudicante è sano e giustificato. E allora che si rifletta sul problema reale: la discriminazione e l’atteggiamento omofobo possono essere considerati i soli motivi per cui l’orientamento sessuale dei genitori può avere influenza sui figli.
E come spesso accade sono i più piccoli ad insegnare qualcosa: i figli delle famiglie omogenitoriali sono consapevoli di venire da famiglie considerate “differenti” dalla maggioranza di persone che li circonda: qualche volta si trovano di fronte all’incredulità dei compagni, delle battute, delle domande indiscrete e indelicate, troppo spesso i compagni si fanno portatori dei pregiudizi dei propri genitori.
Questi bambini trovano e imparano poi a casa le competenze specifiche su come fare i conti con stereotipi e pregiudizi, vivono con adulti estremamente vigili ed attenti a questi aspetti poiché hanno dovuto affrontarli prima di loro.
Questo spiega perché, dalle ricerche, i figli di genitori omosessuali sono particolarmente “resilienti”, cioè capaci di superare le difficoltà, ed hanno risorse più che sufficienti per essere sereni nonostante la discriminazione di una società insensibile e bigotta.
Educare alla diversità
Consentire e proteggere la crescita dei più piccoli significa educare al rispetto ed all’adeguamento culturale della comunità intera.
Nell’educazione al rispetto delle differenze è fondamentale il contributo di tutti, a partire da genitori e insegnanti che dovrebbero farsi garanti affinché la realtà familiare specifica dei bambini sia sempre rispettata.
In Italia esistono più associazioni (come per esempio “Famiglie Arcobaleno” o “Rete genitori Rainbow”) che promuovono la genitorialità omosessuale, accogliendo, orientando e sostenendo i genitori gay e chi desidera avere dei figli nonostante l’orientamento sessuale.
Queste associazioni lottano contro ogni forma di discriminazione e di stereotipo affinché la genitorialità omosessuale sia riconosciuta nell’ordinamento giuridico e nella società italiana ed i figli siano tutelati nei loro affetti.
È bene iniziare a leggere la vita non soltanto in funzione del nero o del bianco ma accettando l’esistenza anche di altri colori e sfumature: l’arcobaleno è composto da diverse tonalità ma è rimanendo unito che crea quel meraviglioso spettacolo di colori.
Questa è la metafora più giusta per dimostrare quanto, rimanendo uniti nonostante le diversità, sia possibile riconoscere e rispettare ciò che è diverso da noi.
Ho scritto questo articolo in collaborazione con la Dott.ssa Aurora Scarponi